La XXIII Festa dell'Alveria rievoca
pagine importanti della storia della Città
con gruppi di figuranti, declamazione,
infioratori e cori in una magica atmosfera


Domenica 28 maggio si è svolta a Noto Antica, con inizio alle 16, la XXIII Festa dell'Alveria, ambientata quest'anno nel piazzale di ingresso e nel piano superiore
del SS. Crocifisso, accanto al Castello, e dedicata alla rievocazione (su testi appositamente predisposti dal Presidente) di tre pagine importanti della storia della città: ovviamente una fiction basata su fatti realmente accaduti.
Dopo l'introduzione del Presidente Balsamo e il saluto del Sindaco Bonfanti, il consocio Vincenzo Belfiore (responsabile della scelta dei figuranti) ha illustrato i temi prescelti, che qui si riassumono.


L'alleanza di Netum con Roma

Il comandante romano Marcello ha dato lettura del testo latino del foedus (patto di alleanza) da lui stipulato, dopo la caduta e il sacco di Siracusa, con il nobile siculo Arconide, ambasciatore di Netum. In riconoscimento dell'aiuto datogli dalla popolazione netina, il trattato dichiara che da quel momento, ed in perpetuo, le due città sono unite dal vincolo federativo (concesso in Sicilia, oltre che a Noto, solo a Messina e Taormina) per cui non dovranno essere pagati tributi, come invece debbono fare le città nemiche conquistate, e si stabilisce solennemente il reciproco impegno all'assistenza in tempo di pace e (ove le circostanze lo impongano) all'aiuto militare
in tempo di guerra.


La vedova di Ibn el Werd a Nûts

In quasi trent'anni la Sicilia è stata ormai in gran parte conquistata dai Normanni, e nel 1078 è caduta anche Siracusa. L'emiro Ibn el Werd (Littara lo cita come Ben Avert) è morto in battaglia navale al largo della città e la vedova, con la sua piccola corte si rifugia nella sicura fortezza di Noto, dove risiede fino a quando, nel febbraio 1091, Noto è costretta – ultima delle città di Sicilia – ad arrendersi al Gran Conte Ruggero d'Altavilla. Preparandosi quindi a lasciare Noto le giovani odalische della corte araba si esibiscono in una mesta danza di addio e il poeta netino Ibn Hamdis recita la sua famosa lirica di commiato alla città di Noto, augurandole una sorte prospera.


I Vespri di Noto (2 aprile 1282)

Dopo aver sopportato per tanti anni le angherie e i soprusi perpetrati nei confronti della popolazione dalla guarnigione francese, comandata da Faramond d'Artois, anche Noto (come due giorni prima aveva fatto Palermo) improvvisamente insorge allorché,
il mercoledi dopo la Pasqua, 2 aprile 1282, Faramond fa rapire a fini di libidine la giovanissima Adele, figlia del barone di Tatatausi Giulio Cacciaguerra, che con la sorella e la servitrice era appena uscita dalla chiesa del SS. Crocifisso, facendola portare nelle sue stanze del Castello.
Un amico del barone, Giovanni Cappello barone di Renda, accortosi del rapimento, reagisce immediatamente: entra nella predetta chiesa, ordinando di suonare a stormo le campane, alle quali si uniscono in pochi secondi quelle di tutte le altre chiese della città.
Il popolo accorre, armato alla meglio, con lance e forconi, e ad esso si uniscono i nobili, pensando che un nemico esterno stia minacciando la città, e quando il barone Cappello li informa del grave fatto, infiammandoli di sdegno, invitandoli a scrollarsi la tirannia dei francesi, assalgono da ogni parte il Castello, riescono in breve ad avere ragione dei 30 soldati del presidio, che vengono parte trucidati, parte presi prigionieri assieme a Faramond, che vilmente tentava di nascondersi e fuggire, liberano la spaurita fanciulla prima che subisca oltraggio, rendendola al padre, e subito dopo impiccano i prigionieri, compreso Faramond, alle mura, lasciando in mostra i cadaveri per giorni.
I fatti vengono quindi narrati dai protagonisti, il barone Giulio, la sua figliola Adele e alla fine lo stesso vile Faramond, costretto dal peso dei suoi eccessi e delle efferate crudeltà a riconoscere che la sua punizione fu atroce, ma giusta.


* * *


La partecipazione dei Maestri Infioratori...

Anche quest'anno ha partecipato alla Festa l'Associazione Maestri Infioratori di Noto, che su accordi presi col Presidente Balsamo ha realizzato due opere di arte effimera, con sali colorati, ispirati ai temi della rievocazioni: il trattato di alleanza Noto-Roma
(v. foto) e il poeta arabo Ibn Hamdis.


… e dell'Associazione Corale “Paolo Altieri”

Per la 1a volta ha anche partecipato l'Ass. Corale “Paolo Altieri”, diretta dal M° Luca Galizia, che ha eseguito cori medievali e rinascimentali e, alla fine, un brano composto per la circostanza dal Direttore, ispirato al motto scolpito sulla Porta della Montagna: NETUM, URBS INGENIOSA, NUMQUAM VI CAPTA.

  Aggiornato il 02 giu 2017 segreteria@isvna.it